Melozzo da Forlì - L'umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello







Con questa esposizione, la città di Forlì intende celebrare il suo artista più famoso, raccogliendo per la prima volta la gran parte delle sue opere mobili. Se già in passato (nel 1938 e nel 1944) Melozzo è stato oggetto di importanti esposizioni, non si è tuttavia mai potuto presentare un numero importante di opere superstiti, nè si era condotta u iflessione sul ruolo centrale svolto dall'artista forlivese nella vicenda del Rinascimento italiano, preferendo studiarne la personalità nel contesto romagnolo.
Melozzo degli Ambrogi (1438-1494) si era ben presto allontanato da Forlì per attingere ai centri più vitali del Rinascimento, da Padova a Urbino, a Roma dove sarebbe diventato l'artista di punta negli anni dei pontificati di Pio II e Sisto IV, fino a meritarne il titolo di Pictor papalis.
La conoscenza di Mantegna e soprattutto di Piero della Francesca lo aveva portato ad aderire alle nuove certezze della prospettiva matematica, salvo poi intraprendere, a partire dal colossale affresco nell'abside della chiesa dei Santi Apostoli a Roma (1472-1474) una personale ricerca sulla bellezza della figura umana, in grado non solo di possedere lo spazio entro cui si colloca, ma di imporsi come canone di una perfezione formale su tutto il creato. 
Su questa base si è potuto di recente affermare che senza "Melozzo difficilmente si spiegherebbe Raffaello" (Antonio Paolucci).

Forlì
Musei San Domenico
Piazza Guido da Montefeltro
29 gennaio-12 giugno 2011  

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